giovedì 7 giugno 2012

Kettlebell & Swing


Il kettlebell è sicuramente uno degli attrezzi più conosciuti e blasonati per quello che riguarda l’allenamento funzionale, reso famoso ai più da vari trainer di grosso calibro e dal mondo del cinema.
Questa “palla di cannone”con maniglia,di origine russa,appare nel mondo occidentale (o meglio riappare) all’inizio di questo decennio rivoluzionando il modo di fare preparazione fisica e fitness. Con la sua particolare forma infatti permette di eseguire degli esercizi altrimenti complicati o scomodi con altre attrezzature.

Gli esercizi con Kettlebell si dividono in 2 gruppi : Esercizi Balistici e di Forza/Controllo

Andiamo a trattare qui l’esercizio balistico fondamentale : Lo Swing
Si tratta di un movimento oscillatorio, che si basa sulla spinta delle anche;è un esercizio di grande valore per l’esplosività e la forza resistente (dipende dal programma in cui si inserisce e dalle modalità di esecuzione),ne traggono vantaggio le tecniche di proiezione e le situazioni che prevedono un colpo esplosivo (pugno, calcio, ribaltamento ecc.).
Esecuzione :

1) Disporre il kettlebell leggermente a distanza da noi,in posizione centrale rispetto ai piedi. impugnarlo con entrambe le mani tenendo le braccia tese e le spalle “bloccate” , posizionare il bacino indietro ponendo in stiramento gli ischio-crurali.

2) Rimanendo con il corpo nella posizione iniziale “lanciare” indietro il kettlebell fino ad appoggiare gli avambracci all’interno coscia.

3) Estendere rapidamente le anche e contrarre addome,glutei e quadricipiti simultaneamente continuando a tenere le braccia tese,facendo arrivare il kettlebell all’altezza al massimo del petto.

Continuiamo l’esecuzione della serie dalla fase 2, senza ripoggiare a terra, utilizzando l’oscillazione dinamica che assume l’attrezzo.

Naturalmente l’esercizio può essere eseguito, mantenendo la stessa meccanica, con un braccio.
L’importante è ricordarsi che il movimento e la spinta sono dati dal bacino e che le braccia fungono ESCLUSIVAMENTE da tramite tra le spalle e il kettlebell.





Inserite lo swing all’interno di un circuito con più esercizi per un minimo di 10 ripetizioni o 30 secondi.

A cura di ANDREA COVA

Stai davvero migliorando?

Con il crescere del movimento del jiu jitsu brasiliano sono sempre di più le accademie che offrono la possibilità di allenarsi tutti i giorni, ma è davvero la quantità degli allenamenti che fa la differenza?

Come si può ad esempio migliorare senza avere una cintura nera in palestra che ti spieghi le cose o anche essendo cintura nera con una propria accademia, ma senza il proprio maestro a disposizione tutti i giorni?
In che modo si può rendere più produttivo il nostro allenamento?
Vi proponiamo 5 regole fondamentali che se applicate con in maniera ferrea possono aiutarvi a prendere il 100% da ogni allenamento:





OSSERVARE


In una lezione spesso si è fuori dai turni di lotta ed è quello uno dei momenti più proficui per imparare: saper osservare i propri compagni per cogliere movimenti interessanti o più semplicemente dettagli è una delle più grosse fonti di sapere.
Stessa cosa può esser fatta guardando video di combattimenti su youtube esaminandone frammenti in maniera scrupolosa .
Oggi giorno il web popola di blog che fanno questo lavoro collezionando video di differenti match o riproponendo video dello stesso autore che spiega la tecnica passo passo.
ATTENZIONE: in molti casi questo caso però può capitare che un atleta pur di marcare il punto esegua la tecnica in maniera sporca o anche, nei video didattici spesso girati da semplici appassionati che cercano di riproporre tecniche utilizzate da grandi campioni, chi spiega potrebbe non conoscere realmente a fondo la posizione, perciò bisogna tenere a mente che youtube ed il WEB in generale è quindi facile perdere dettagli fondamentali!


RIPETERE


Ripetere fino alla nausea.
Uno dei comandamenti fondamentali del bravo alunno è quella di eseguire quante più volte possibile una tecnica al fine di metabolizzare il movimento trasformando una tecnica che ha bisogno di ragionamento per essere eseguita in MEMORIA MUSCOLARE.
Uno dei peccati capitali che afflige le aule di jiu jitsu è pensare "ho imparato la posizione non ho bisogno di ripeterla ancora" o anche "questa cosa già la so fare".
Un termine che si sente sempre più spesso nel mondo del jiu jitsu è DRILL.
Questa parola sta a significare nient'altro che ripetere una posizione per un determinato lasso di tempo (generalmente 5 minuti) o numero di volte.


POVARE


Quando il professore spiega la tecnica in palestra è indispensabile provare ad eseguirla durante lo sparring.
E' ovviamente facile eseguirla quando il nostro compagno è collaborativo, tutt'altra storia è farla durante una lotta.
Solo in questo modo si può capire se effettivamente si è compresa la posizione e nel caso non sia così è importante chiedere subito delucidazioni e riprovare di nuovo senza catalogare la tecnica come "non adatta a me".
A questo fine è utile per un professore introdurre degli esercizi di sparring condizionato.


DOMANDARE


Ogni lezione vengono spiegate varie tecniche ed ognuna di esse è costituita da molti dettagli.
Cada un dettaglio è fondamentale per la riuscita della tecnica, nessuno di questi può essere tralasciato.
Quello che però accade di sovente è che alcuni di questi dettagli possano sfuggire alla nostra attenzione e di questo ce ne accorgiamo solo dopo aver provato le posizioni in questione nello sparring e aver visto che per qualche non esse non siano andate a buon fine.
Qui ci sono due strade da percorrere: decidere spontaneamente "questa tecnica non fa per me" oppure chiedere spiegazioni al proprio insegnante!
Domandare, domandare e domandare ancora senza paura di risultare seccanti o sciocchi, è compito di ogni insegnante fornire quante più spiegazioni  a finchè ogni dettaglio sia chiaro nella mente di ogni alunno.




DOMANDARSI


Una lezione di jiu jitsu è piena di spunti per migliorare a patto che l'approccio sia del tipo "mi alleno per imparare".
Uno altro grosso male che affligge le aule è l'atteggiamento di tipo competitivo, cioè "io devo essere il più forte della palestra" aspettando con ansia l'ora dello sparring senza prestare l'attenzione dovuta al momento tecnico.
Ma non è questo il peggio poichè giunta l'ora della lotta il pensiero costante è prevalere sul proprio compagno il che si traduce spesso nell'affidarsi molto alla forza portando il combattimento sul piano fisico e nella totalità dei casì nel non provare nessuna nuova tecnica poichè l'insuccesso non è ammesso, eseguendo quindi solo tecniche in cui si è già esperti.
Allenare i propri punti forti non porta a nessun miglioramento di fatto, per scongiurare questo scenario è quindi utile domandarsi "cosa ho cambiato oggi? Cosa ho migliorato e cosa devo migliorare?".




World Jiu Jitsu Championship

Si è concluso ormai da una settimana il campionato mondiale di jiu jitsu svoltosi, come di consueto, nella città di Los Angeles.

Un evento ricco di sorprese e novità con un afflusso pazzesco di atleti da tutto il mondo.
Anche l' Italia si presenta con un gran numero di atleti, testimonianza di quanto il movimento sia in fase di crescita.
Nelle cinture nere l'unico rappresentante è Alessandro Tomei che si presenta nei medio massimi affrontando al primo incontro Leonardo Pechanha, che purtroppo prevale sull'italiano vincendo ai punti dopo una lotta durissima.

Nelle cinture marroni Simone Franceschini da spettacolo nei pesi pena fermandosi alla quarta lotta contro Gianni Grippo, astro nascente della Gracie Elite, con un risultato di 4 a 2, medaglia sfiorata!

Luca Anacoreta, altro grande alfiere italiano, viene fermato da Alec Bolduin, fortissimo atleta del Team Lloyd Irvine, con un risultato di 2 a 0.

Nelle cinture viola Ivan Tommasetti da ancora una volta prova delle sue grandi capacità, portando a casa una medaglia di argento nel peso e una di bronzo nell'assoluto.

Luca Caracciolo, nelle cinture blu, da mostra una volta in più delle sue capacità sfiorando anche egli il podio e fermandosi alla quarta lotta.

Belle lotte anche da parte di Fabio Anacoreta, Paolo Antonini, Marco Bancone, Serena Gabrielli che danno il loro massimo non riuscendo a raggiungere il podio, ma mostrando comunque che l' Italia c'è.


Le cinture nere hanno regalato come di consueto un grande spettacolo rovinato solamente da una grande quantità di infortuni.

Una delle sorprese del mondiale è stata senza dubbio la squalifica di Andre Galvao che protesta in maniera vigorosa per un errore arbitrale invadendo l'area di gara.
Questa azione ci testimonia da un lato la passione di un professore e dall'altro che lo staff arbitrale commette errori, a volte gravi, anche in un evento così prestigioso.

Rimanendo in tema un altro momento saliente è stato il gesto compiuto da Rodrigo "Comprido" Medeiros (bi-campione mondiale assoluto), che dopo la sua lotta ha lasciato la propria cintura al centro del tatami di gara ritirandosi così dal mondo delle competizioni lasciandoci un ultima importante dichiarazione:

"Abbiamo bisogno di combattere il doping! Il jiu jitsu non ne ha bisogno. 
E' in oltre importante professionalizzare lo sport per dar modo ad un atleta di vieve di questo. Infine è indispensabile una maggiore attenzione nell'arbitraggio, specialmente al Mondiale."


Per chi non avesse avuto modo di seguire le cinture nere ecco una breve panoramica sulle finali:

Nei pesi gallo Bruno Malfacine vince su  Caio Terra dopo una lotta molto frenetica e con un arbitraggio contestabile.

Gui Mendes affronta nel suo ultimo incontro Lercio Fernandes che si conclude in completa parità lasciando tutto nelle mani dei giudici.
All'unanimità la vittoria viene data a Gui Mendes che porta a casa il terzo titolo mondiale.

Nei pesi pena un classico: Cobra vs Rafa.
Un rematch dell'ultimo PanAms in cui Mendes non riesce a ripetere la performance spettacolare di qualche mese prima vincendo la lotta per decisione non unanime, dei giudici.

In finale dei pesi leggeri Leandro Lo batte Lucas Lepri per un vantaggio diventando così per la prima volta campione del mondo.

Nei medi Ottavio Souza torna a brillare raspando all'ultimo il durissimo Claudio Calasans e aggiudicandosi il titolo.

Nei medio massimi, con Andre Galvao squalificato per un comportamento giudicato antisportivo nei giorni precedenti, Romulo Barral trova la strada spianata e si aggiudica un'altra medaglia mondiale.

I pesi massimi vedono Rodolfo Vieira contro Xande Ribeiro. Lotta durissima tra i due che vede prevalere ai vantaggi Rodolfo.

Nei Super Massimi finale in famiglia Alliance tra Leo Nogueira e Bernardo Farias.

Buchecha è il grande nome di questo mondiale aggiudicandosi la categoria Super Super Massimi e l'assoluto, dando vita a uno degli incontri più belli dell'evento con Rodolfo Vieira.



mercoledì 9 maggio 2012

Bjj Position #1: La classica

Un delle posizioni più utilizzate nelle odierne competizioni di Brazilian Jiu Jitsu è la famigerata Mezza Guardia.
Tutta via è anche una delle posizioni che più fanno tribolare i praticanti neofiti poichè se non si utilizzano i giusti accorgimenti si finisce per subire un forte pressione che capitalizza in un passaggio.
Serena Gabrielli ci mostra una posizione adatta sia agli avanzati che ai principianti!

1) Per prima cosa serena si posiziona in maniera corretta per poter utilizzare la mezza guardia come posizione offensiva ponendo attenzione ad alcuni dettagli importanti:

  • Ginocchio sinistro davanti la spalla dell'avversario per non subire pressione.
  • Corpo sul fianco per avere la giusta angolazione per attaccare.
  • Mano destra ad afferrare il pantalone destro dell'avversario per non fargli sfilare la gamba.
  • Mano sinistra ad intercettare la manica sinistra dell'avversario per non fargli afferrare il bavero.
2) Serena comincia a tirare il braccio dell'avversario al di là del suo copro per creare lo squilibrio che faccia caricare il peso dell'avversario sopra il suo ginocchio sinistro.

3) Una volta sbilanciato l'avversario spinge le gambe verso l'alto per far cadere l'avversario sopra la sua testa.

4) In contemporanea  per salire ruota sulla spalla per effettuare una capriola all'indietro.

5) Per aggiustare il proprio peso e stabilizzare la posizione si aiuta con la mano sinistra a terra per darsi un ulteriore spinta che servirà a portare il bacino a terra.

6) Una volta con il bacino a terra abbraccia la testa per inchiodare l'avversario a terra e cominciare ad effettuare un passaggio di mezza guardia.

martedì 1 maggio 2012

Dario Bacci e l' Italian Open


Ciao Dario, puoi parlarci dell'Italian Open?

L’Italian Open è il primo Campionato Open di Jiu Jitsu Brasiliano in Italia con l’impronta di un vero torneo nazionale, aperto anche a stranieri in quanto Open, organizzato professionalmente sotto la supervisione della neonata Unione Italiana Jiu Jitsu che riconosca ufficialmente un titolo importante, con dei premi per i campioni della categoria assoluto e che riporti il fulcro della divulgazione e dello sviluppo della disciplina del bjj su Roma, la Capitale geograficamente comoda a tutti, ed in una location prestigiosa come il Palazzetto dello Sport di Viale Tiziano.

Parlando di organizzazione notiamo nella locandina la presenza di vari loghi: budo clan, wulin, UIJJ...alcuni dicono che l'organizzatore sia tu, altri dicono che l'Italian Open sia il successore del Roma Challenge del Maestro Federico Tisi (forse per il fatto che si svolge nello stesso periodo), puoi chiarirci come si intrecciano tutte queste persone e organizzazioni?

L’evento è stato concepito, organizzato e promosso dalla sinergia di quattro persone.
il Maestro Federico Tisi, Presidente dell’UIJJ, pioniere della disciplina in Italia, rappresentante del Team Tribe Jiu Jitsu (uno dei più radicati e diffusi in Italia) e creatore del Roma Challenge;
Io, che rappresento il team Budo Clan e il Mestre Jean Jacques Machado in Europa e sono nell’organico dell’UIJJ come Vice Presidente;
Gianfranco Russo amministratore di Wulin srl (La foresta Marziale) un’organizzazione multidisciplinare che si occupa della promozione e dello sviluppo delle arti marziali quali il kung fu tradizionale ed il sanda organizzando o partecipando nell’organizzazione del prestigioso torneo “Sanda Game” della SPL Sanda Pro League e con seminari multistile quali il wing-chun con sifu Francis Fong, il jeet kune do, kali e silat con la rappresentanza in esclusiva in Italia attraverso la sigla NPIAMA di sifu Nino Pilla della Inosanto Academy, il brazilian jiu jitsu attraverso Budo Clan, la muaythai thaiboxing con la TBAI di Ajarn Surachai Chai Sirisute; e Gianluca Giardi di Studio Vulcano, Art Director ed esperto di immagine e comunicazione di importanti eventi e marchi, che ha concepito e curato tutto l’aspetto grafico visuale e comunicativo dell’evento.

Quali sono cose che secondo te faranno la differenza rispetto alle altre gare già organizzate in Italia?

Innanzitutto in linea di principio voglio dare molta attenzione al singolo atleta e ai dettagli che possono aiutare sia lo svolgimento fluido del torneo che la tranquillità di chi si prepara, viaggia e vuole essere concentrato solo sulla propria prestazione, senza dover incontrare difficoltà per sapere orari, luoghi e problemi nel fugare i dubbi relativi alla competizione.
Altro aspetto è il clima del torneo, cercheremo di renderlo il più possibile elegante, affinché non sia una scarna giornata di decine e decine di lotte accavallate. Per questo anche la scelta della location che ci ha reso il cammino davvero difficile e ritardato, ma che ora potrà offrirci un’atmosfera unica, un impianto audio e video altamente professionale ed un contesto superlativo!
È proprio di oggi la grande novità che Gracie Mag, il media istituzionale sul bjj più autorevole al mondo, ha inserito nei propri highlight in home page il nostro evento come il primo vero e grande Campionato Italiano Open, e lo seguirà anche dopo l’evento pubblicando risultati e commenti!

Dato il risultato ottenuto nel Milano challenge di oltre 500 iscritti secondo te quando si vedrà un campionato suddiviso in più giorni?Vi aspettate un affluenza maggiore?

Che dire, ad oggi 28 aprile siamo a 200 iscritti circa, ma sento un enorme fermento ovunque. Proprio ieri ho postato su facebook la notizia che abbiamo iscritti da Birmingham, Stoccolma, Praga, Podgorica. Oggi si è iscritto un americano.
Come sempre immagino il fenomeno degli “ultimi giorni” ci darà sorprese. Comunque dobbiamo ricordarci che siamo alla prima edizione e che in questo periodo abbiamo molte altre competizioni vicine (Pistoia, Torino, Roma).
Per il prossimo anno di certo il torneo sarà sviluppato su più di un giorno.

Quali sono le più grosse difficoltà nell'organizzare un evento di questa portata?

Ritengo che la difficoltà sia commisurata alla serietà con cui vuoi che l’evento riesca. Siamo alla constante ricerca di come fare meglio, per creare qualcosa di unico, e questo comporta una doppia, tripla, attenzione su ogni cosa. Sicuramente commetteremo degli errori, ma l’importante è gestire e mantenere un atteggiamento di cura per tutto, senza mai cadere nel tranello di trascurare il dettaglio.
Comunque per risponderti, abbiamo avuto parecchie difficoltà per ottenere il Palazzetto, per trovare lo Sponsor che ci desse i tatami ed altri elementi organizzativi di prima importanza, ma alla fine con caparbietà tutto si è compiuto.

Cosa pensi dell'introduzione del jiu jitsu brasiliano nel CONI? Reputi anche tu un errore organizzare un campionato la settimana prima dell'Italian Open?

Sicuramente non è indice sano e di collaborazione il fatto che un evento come il nostro, concepito e curato da chi vive e promuove a tempo pieno il jiu jitsu brasiliano, avendo creato anche un organismo come l’UIJJ sotto espressa richiesta della IBJJF (madre del jiu jitsu brasiliano nel mondo), si veda comparire un altro evento promosso da chi, come hai tu stesso sottolineato nella domanda, ha appena introdotto la disciplina nel proprio gruppo.
Sarebbe davvero controproducente, se non fosse che in realtà il problema di questo accostamento non ci ha praticamente neanche sfiorati.

Secondo te si riuscirà a far convivere e coordinare le due realtà CONI e UIJJ?

Come ti dicevo l’UIJJ è fatta, sarà fatta, di persone e Team che vivono di jiu jitsu e convivono in Italia già da tempo, con intrighi più o meno divertenti, sinergie o dissapori.
Nel tempo, con un approccio professionale e nel rispetto delle linee guida della IBJJF il gruppo crescerà e si svilupperà, sempre più, sempre meglio, parallelamente con lo sviluppo naturale e contaggioso di cui il popolo del bjj è testimone nel mondo. Non c’è ombra di dubbio.
Della realtà del bjj nel Coni sinceramente non ne so un gran che, chi ci sarà, quali siano le loro regole e come queste potranno mai differire dall’autenticità, per cui della convivenza tra UIJJ e CONI non ti so rispondere, se non che non ce ne siamo neanche posti il quesito.

Grazie mille per la disponibilità vi auguriamo di avere un grande successo scrivendo di fatto una pagina di storia nell'organizzazione di competizioni in Italia.

Grazie a voi, l’obiettivo è proprio quello, la buona fede nel tentarci c’è tutta. Ai posteri la sentenza.


giovedì 19 aprile 2012

Jacopo Nardi: lo sport fa bene...fatto con moderazione!







Jacopo Nardi, medico sportivo di professione e cintura marrone di brazilian jiu jitsu di casa Milanimal, è il direttore sanitario del centro di medicina dello sport di San Gottardo dove sta cercando di creare una struttura a misura di sportivo, ove si possa trovare tutto quello di cui un atleta ha bisogno.
Data la sua specializzazione in ortopedia e traumatologia dello sport abbiamo colto l'occasione per porgergli qualche domanda.

Ciao Jacopo grazie della disponibilità a rispondere alle nostre domande.

Ti abbiamo visto spesso correre sui tatami di gara (specialmente quello del Milano Challenge) per soccorrere gli infortunati, ci sono molti infortuni nel Bjj rispetto agli altri sport?

Direi che la percentuale degl infortuni è pari a quella degli altri sport da combattimento.
Traumi facciali, distorsioni capsulo legamentose alle ginocchia o alla caviglie. il bjj non ha una casistica particolare ed è sovrapponibile agli altri sport similari.

Sappiamo che hai avuto esperienze come medico in squadre di altri sport, a confronto con il nostro amato jiu jitsu mediamente gli infortuni sono più o meno gravi?puoi raccontarci qualche aneddoto?

Aneddoti? tantissimi..a Parigi negli anni 80 ero a vedere un mondiale di kick boxing ,stadio gremito. L'organizzatore al microfono annuncia che il medico non si era presentato e se un medico era tra gli spettatori,io mi ero presentato ed ho fatto il medico di ring per un evento straniero.
un 'altra volta ,quando ero medico dell'Hockey club Milano in serie A ,avevo rianimato sul ghiaccio un giocatore austriaco in coma. Quando la nostra squadra giocava a Varese le tifoserie erano scatenate e ,se uno dei nostri cadeva sotto la curva avversaria ,dovevo correre sul ghiaccio e beccarmi ogni roba sulla testa..che tempi!
Una volta per aiutare il nostro portiere ,durante una mega rissa mi ero levato la giacca e messo in posizione di guardia da boxe per fermare gli avversari.
Poi ho lavorato per 6 anni per le giovanili dell'Inter, in un torneo con la Primavera a Abu Dabi lo sceicco mi aveva detto che faceva bjj ed era cintura blu, io gli avevo detto che ero bianca e lui, da arrogante, aveva replicato che allora era più forte di me. 
Io incurante della sua posizione e delle guardie del corpo, lo avevo sfidato dicendogli di mettersi a terra e farmi vedere quanto era forte.


Il mondo del calcio è stato da poco sconvolto dalla morte di Piermario Morosini, purtroppo non è la prima volta che un atleta professionista di quel livello perde la vita in campo, puoi spiegarci come sia possibile che si verifichino questi eventi non ostante immaginiamo che questi atleti vengano sottoposti a numerosi e minuziosi controlli?

In Italia la prevenzione medico sportiva è ad alto livello ed ogni atleta agonista deve sottoporsi a visite di controllo annuali . In certi paesi la visita agonistica non è richiesta e certi giocatori non sanno magari di avere patologie cardiache silenti. il caso del povero calciatore sembra essere imputato ad un difetto cardiaco congenito.

Parlando di jiu jitsu, ha fatto molto scalpore l'infortunio avvenuto ad Andrea Verdemare nell'ultimo campionato europeo per la mala assistenza, negando al suddetto il trasporto in ambulanza fino all'ospedale non ostante il referto del pronto soccorso dica "frattura pluriframmentaria scomposta al III medio della diafasi omerale sinistra", non era davvero necessaria nessuna steccatura e poteva tranquillamente recarsi in ospedale in Taxi come suggerito dagli organizzatori?

La frattura di Verdemare è stato uno dei rischi che l'atleta deve accettare.
La cosa da recriminare all'organizzazione è stato il pessimo intervento dello staff medico. Avrebbero dovuto immobilizzare l'arto infortunato e chiamare un'altra autoambulanza per il trasporto dell'atleta al più vicino ospedale.

Oggi come oggi, sono molto in voga metodolgie di allenamento che portano allo stremo il fisico di un atleta come ad esempio il crossfit, non è pericoloso per il corpo umano lavorare sotto certi carichi?se si che rischi si corrono?

Il cross fit mi piace come concetto : è dinamico, vengono usati diversi gruppi muscolari ed è ottimo per ogni tipo di sport.
Negli anni 70-80 i maestri di boxe organizzavano un cross fit casareccio nelle palestre.
Saltavi la corda, picchiavi il sacco, alzavi un bilanciere e via...il cross fit è una versione scientifica e commerciale di quello che si è sempre fatto.
Mi fanno ridere i manager che arrivano in palestra si cambiano fatto 20-30 minuti d'inferno e tornano a lavorare.
E'questo lo sport del nostro secolo? così non mi piace.
Puro sforzo anaerobico che alza le resistenze periferiche e non rilassa il nostro corpo.
Meglio fare 20 minuti di lotta al 40 per cento come lavoro di coordinazione e per scaricare le tensioni.
Non parliamo poi delle gare fatte con i video..ma stiamo scherzando?
Vengo valutato per un video che mando alla federazione di cross fit...ridicolo.
Negli anni 70 -60 andava il culturismo alla Venice Beach ed adesso abbiamo il cross fit...il prossimo?


In definitiva lo sport fa bene al fisico e alla mente come si dice o è pericoloso?

Lo sport a livello amatoriale, cioè corsetta o giro in bici con gli amici non ha contro indicazioni ,ma se sei un professionista allora il discorso cambia. 
L'anno scorso abbiamo operato il mio amico e maestro Andrea Baggio per una grossa artrosi al gomito.
Andrea ha 32 anni, ma il suo gomito era quello di un settantenne. 
Non parliamo poi del dopping, male del nostro tempo.
Pensate che tanti ciclisti amatori, si doppano per avere migliori prestazioni quando escono la domenica con il loro club.
Recentemente è morto un industriale, famoso produttore di cioccolato, che prendeva l'epo e dormiva nella camera iperbarica...un embolo lo ha stroncato.
Lo sport agonistico fa male perchè porta gli atleti a dei livelli di allenamento che lasciano conseguenze alle articolazioni.
Il professionismo ti lascia tracce e, se sei pagato e lo sport è il tuo mestiere, allora devi essere sempre pronto ad entrare in campo e devi fare qualsiasi cosa per non perdere il posto da titolare e finire in panchina.
Visito spesso ragazzi di 12-14 anni che praticano sport agonistici per patologie rotuleeo lombalgie che spesso vedo negli adulti.
Se guardiamo gli ex atleti professionisti , sembra di vedere la cartella clinica di un paziente traumatizzato : legamenti lesionati ,tendiniti ..l'allenamento estremo fa male e quello che fai oggi lo pagherai in futuro.

Grazie mille per il tempo che ci hai dedicato.

mercoledì 18 aprile 2012

Torino Jiu Jitsu Challenge


Il Torino Jiu Jitsu Challenge è il più tradizionale torneo di Jiu Jitsu in Italia , nato nel Marzo 2007, 
arriva oggi nel 2012 alla sua VI° edizione con alcune novità che rendono il TJJC un appuntamento da non mancare per gli appassionati della ARTE SUAVE . 
Salutando l’ottima struttura di Via Plava (sede dei ultimi tre tornei ), questo anno la manifestazione si sposta al PALACOLLEGNO in Via Antica di Rivoli a Collegno-Torino che permetterà la messa in posa di 6 aree di lotta per agevolare lo svolgimento della gara.
 Segna punti elettronici (già utilizzati nella precedente edizione), e l'introduzione delle categorie divise per età , ADULTI , MASTER , e l’introduzione della categoria SENIOR.

Info e iscrizioni a: http://www.tjjchallenge.org/

giovedì 12 aprile 2012

Battle Ropes

Apriamo la rubrica dedicata alla Preparazione fisica con uno degli strumenti più utili per i praticanti di sport da presa : le Funi Navali (Battling,o Battle, Ropes).
L' allenamento con le funi è ciò che si avvicina di più, quanto a impegno muscolare, al lavoro compiuto durante un incontro di Jiu Jitsu o sport affini, è quindi uno dei lavori che consigliamo ad ogni lottatore di inserire nella propria routine. 
Fino ad ora le Battle Ropes sono uno dei metodi più intensi mai sperimentati che abbiano al contempo una elevato grado di funzionalità per chi pratica sport di contatto : 

Stavo cercando un modo per sostenere la forza,la rapidità e la potenza per periodi più lunghi” ha detto James Brookfield, lo Strongman che ha “inventato” questa nuova via.

Questa tipologia di lavoro non solo è altamente allenante, andando a migliorare la nostra Forza Resistente in maniera notevole, ma grazie all'assenza di carico (o quasi) sulle articolazioni si riduce il tasso di pericolosità a livello d'infortuni o traumi.

L'idea è abbastanza semplice: l'unica cosa di cui si ha bisogno è una fune di diametro compreso tra 30 e 50 millimetri, la cui lunghezza può essere compresa tra i 10 e 15 metri  e di un qualcosa a cui farla passare attorno.
Con questo semplice attrezzo è possibile fare diversi tipi di lavori i quali tuttavia si basano sempre sul semplice concetto di afferrare la fune alle due estremità e farla oscillare con un movimenti ritmico di braccia andado così a creare delle onde con la stessa. 
Naturalmente al variare della tipologia del movimento sussultorio delle braccia corrisponderanno onde di tipologia differente e con esse cambierà anche lo stimolo muscolare.

Ecco alcuni esempi :

Up&Down Waves = Afferrate la fune con presa supina e create delle onde muovendo simultaneamente le braccia dall’alto verso il basso.



Alternating Waves =  Sempre afferrando la fune con presa supina,creare delle onde dall’alto verso il basso,ma stavolta alternando le braccia.



In&Out Waves = Creiamo delle onde aprendo e chiudendo le braccia velocemente all’altezza delle spalle.



Jumping Slams = Mantendo la presa mostrata finora, saltare verso l’alto e nel punto di massima altezza sbattere violentemente la corda verso il basso atterrando in posizione di squat.



Tutti gli esercizi possono essere eseguiti anche con presa prona.

Il protocollo di allenamento più usato è il TABATA, ovvero 4 minuti di esercizio suddivisi in 20 secondi di lavoro alla massima velocità, seguiti da 10 sec.di pausa, il tutto ripetuto fino all'esaurimento del tempo totale (8 serie).

E' tuttavia molto utile anche inserire una stazione di Battle Ropes, che può durare da 30sec. a 1 minuto, all'interno di un circuito specifico di più esercizi.
Per familiarizzare con questo strumento è consigliabile un percorso con i 4 esercizi mostrati, eseguendoli per 20 secondi ciascuno senza pausa, con un recupero finale di 1 minuto per poi ripartire e ripetete la routine dalle 3 alle 5 serie.


A cura di ANDREA COVA

domenica 8 aprile 2012

La periodicizzazione della preparazione!

Con il passare del tempo il jiu jitsu barsiliano tende a divenire sempre più un sport professionistico poichè gli atleti che ne fanno un "lavoro" dedicandosi perciò solo ad allenarsi e competere sono in una costante crescita, sia all'estero che in Italia.

Questo fa si che ci si possa allenare più volte al giorno e seguire ritmi differenti dall'amatore con l'intento di confrontarsi con i super campioni che oggi dominano la scena delle competizioni.
La naturale conseguenza di questo è stata l'introduzione della "preparazione fisica" nella routine di allenamente di chi desidera perseguire tale scopo e, all'insorgere di questa esigenza, sono spuntati fuori centinaia di preparatori e altrettanti attrezzi e metodologie esotiche su come si prepara un atleta.
Ma come ci si prepara davvero?
Esistono delle linee guida su come si programma l'allenamento fisico nell'arco di una stagione agonistica?
Ebbene COMBATE! vi propone alcune linee guida su come è possibile organizzare la propria stagione:

La preparazione di ogni atleta dovrebbe essere ben studiata e programmata sulla base degli obiettivi dello stesso e sopratutto in base proprio calendario agonistico.
Per semplificare questo arduo compito è utile suddividere il periodo di preparazione in Macrociclo, Mesociclo e Microciclo tenendo sempre presenti gli obiettivi che l'atleta si prefige.

Il Macrociclo di allenamento è rappresentato dall’intervallo di tempo che va dall’inizio della preparazione generale, fino al termine delle gare, compreso il periodo di riposo post agonistico.
Tale intervallo può essere suddiviso in periodo preparatorio, periodo agonistico e periodo di rigenerazione.
Il primo periodo è costituito dalle tappe generale, fondamentale e speciale; il secondo coincide invece con il periodo di gara; il terzo periodo (di rigenerazione) ha lo scopo di far recuperare all’atleta le energie spese, soprattutto durante la stagione agonistica.

Le varie tappe di allenamento sono a loro volta suddivise in Mesocicli e Microcicli.

Come dice la parola stessa, il Mesociclo dura solitamente un mese di preparazione ed è caratterizzato dall'omogeneità degli obiettivi di allenamento, per cui all'interno del macrociclo annuale si possono disporre diversi mesocicli come ad esempio un mesociclo per lo sviluppo della forza o mesocicli per la crescita muscolare.

Il mesociclo a sua volta è suddiviso in microcicli.
Il modello tipico del Microciclo è invece la settimana di lavoro. Il microciclo è tuttavia variabile in relazione al numero di elementi costitutivi dell'allenamento di un determinato mesociclo: più essi sono frequenti e più giorni durerà il microciclo.
La durata del microciclo può variare molto, di solito da 2 a 7 giorni. Nel caso in cui duri 7 giorni, si parla di microciclo settimanale di allenamento, che é frequentemente adottato soprattutto per motivi di praticità.


Nello specifico, per strutturare un microciclo bisogna considerare i seguenti fattori:

1) l'entità dei processi di affaticamento determinati da ciascuna seduta;
2) il tempo di recupero che le specifiche fatiche richiedono;
3) l'effetto cumulativo di fatica di alcune sedute (anche con sollecitazioni di differenti sistemi funzionali);
4) l'intensificazione dei processi di recupero che determinano esercizi di debole intensità dopo sollecitazioni elevate;
5) le variazioni di capacità di lavoro con impegno di specifiche qualità fisiche nel corso di due o tre sedute consecutive con sollecitazioni di diversi sistemi funzionali.

TIPOLOGIE DI MICROCICLO

GRADUALE: È caratterizzato da un debole livello di sollecitazione.

DI SVILUPPO: Caratteristiche principali: elevato volume a media intensità; alta intensità e medio volume.

DI CHOCK: Grande volume con elevato livello di sollecitazione.

DI APPROCCIO: Ovvero di preparazione alla gara.

DI RECUPERO: Questo microciclo ha la funzione di recuperare da un microciclo di chock, oppure al termine di un ciclo agonistico.

AGONISTICO: Viene organizzato in funzione della programmazione delle gare.

Data ora la struttura da dare alla propria preparazione è facile evincere che dipente in tutto e per tutto dagli obiettivi che ci si prefige, ad esempio chi è all'inizio dovrà dedicari per alcuni mesocicli alla preparazione generale al fine di poter costruire un fisico idoneo alla pratica sportiva del jiu jitsu e solo in prossimità della gara passare ad una fase di preparazione detta speciale volta a finalizzare e quindi raffiniare le qualità atletiche acquisite (forza, resistenza, velocità...) in accordo con gli sforzi e gli stress a cui si viene sottoposti nel caso specifico della gara e solo in prossimità di essa passare al microciclo di recupero.
Chi invece posside già qualità atletiche apprezzabili avrà un periodo breve all'inizio del proprio macrociclo detto di mantenimento o sviluppo nel quale in base alla scelta di mantenere la propria categoria o con l'intento di cambiarla porterà il fisico alle condizioni da lui scelte in maniera graduale per poi passare ai mesocicli di preparazione specifica nei quali curerà con maggiore attenzione le caratteristiche che desidera affinare.

Insomma un preparatore che si rispetti deve per prima cosa conscere voi e i vostri obiettivi e insieme programmare la la vostra stagione.

E tu come ti prepari?

martedì 3 aprile 2012

Il jiu jitsu in rosa: Serena Gabrielli

Seppur il jiu jitsu stia avendo sempre più un espansione demografica in tutto il mondo, un fenomeno che con fatica si sta affermando è il jiu jitsu femminile.
Se si parla con vecchi maestri (e purtroppo spesso anche con maestri di oggi) di questo argomento si può sentire una vena maschilistica, sembrano quasi non volute.
Ad oggi ancora ci sono tornei in cui le donne si trovano a combattere in sole 2 categorie di peso e solo recentemente nei tornei della IBJJF è stata separata la categoria delle cinture marroni dalle cinture nere.
Tutto questo testimonia e giustifica una carenza di donne in questo sport, eppure in uno sport in cui la tecnica è il fattore differenziale tra un atleta e l'altro sono proprio le donne che, non potendo contare sulla prestanza fisica di un uomo, spesso si trovano a sviluppare un jiu jitsu più raffinato.

Noi siamo andati ad incontrare Serena Gabrielli, atleta pluridecorata del team Cyclone,  per sapere di più sul movimento dei kimoni rosa:

Ciao Serena, puoi presentarti?
Salve a tutti mi chiamo Serena e sono nata a Roma 25 anni fa. La mia vita è sempre stata incentrata sullo sport perché per fortuna i miei genitori mi hanno permesso di praticarlo sin da quando avevo sei anni. Anche a scuola non vedevo l’ora di fare educazione fisica cercando di dare il meglio nelle discipline studiate: dal lancio del peso alla pallavolo. All’ età di 18 anni mi sono avvicinata alle arti marziali per poi approdare al Jiu Jitsu Brasiliano.

Da quanto tempo ti alleni?
Ho conosciuto il Jiu Jitsu Brasiliano nell’estate del 2009 e da 3 anni a questa parte lo pratico assiduamente tutti i giorni e anche più volte al giorno!

Quali sono le difficoltà che hai incontrato in questo sport?
Le difficoltà che ho incontrato da quando ho cominciato per fortuna non sono molte. Sicuramente a livello tecnico perché esistono innumerevoli tecniche con altrettante varianti, per non parlare dei minimi dettagli di ognuna di esse.
 La difficoltà più grande però è stato il forte maschilismo che caratterizzava il team dal quale il mio mestro ha deciso di staccarsi recentemente per altri motivi. Mi ricordo che quando ho cominciato ero l’unica ragazza che frequentava perché tutte le altre dopo una lezione di prova fuggivano  a gambe levate disgustate dal troppo “testosterone” presente in sala! Inoltre era difficile allenarsi seriamente perché a parte qualche compagno con un po’ di cervello, in pochi volevano lottare con me perché pensavano che le donne dovevano stare in cucina. 
Roba da matti!! 
A tutto questo però devo darne atto perché mi ha dato la forza di non mollare e mi ha reso più forte.

Com'è la situazione del tuo team, quante ragazze ci sono?
 Nel team Cyclone, creato di recente dai maestri Andrea Verdemare e Simone Franceschini, per fortuna le cose sono cambiate. Quello che caratterizza ora le lezioni è il Jiu Jitsu: la tecnica, l’agonismo e l’amicizia. Inoltre adesso ci sono molte più ragazza che frequentano, 4 solo nella sede centrale di Roma dove mi alleno anche io.

Cosa ti piace di più in questo sport?
In questo sport non c’è una sola cosa in particolare che mi piace più delle altre, perché mi piace tutto: dal riscaldamento, alla tecnica, alle lotte ma anche alle vittorie e le sconfitte in gara che ti fanno tornare in accademia con la voglia di migliorarsi.




Chi sono i tuoi idoli in questo sport?
Non ho un vero e proprio idolo anche perché  è facile idolatrare un campione solo perché vince sempre o perché fa delle tecniche mirabolanti. Diciamo che personalmente mi ispiro a diversi atleti. In primis ai miei insegnati che mi seguono tutti i giorni. Parlando dei grandi campioni mi ispiro a Malfacine, Rubens "Cobrinha" Charles e Rafael Mendes. Nel campo femminile i miei punti di riferimento sono Leticia Ribeiro, Michelle Nicolini e Luanna Alzuguir.

Cosa ne pensi delle donne nelle MMA?
Purtroppo non seguo molto le MMA perché personalmente non mi piacciono soprattutto se praticate dalle donne.

Vuoi dare qualche consiglio alle ragazze che si accostano a questa disciplina?
L’unico consiglio che posso dare alle ragazze che si avvicinano a questa disciplina è di non mollare, di tener duro anche se la strada sembra sempre più in salita.

Grazie mille per la disponibilità e lo staff di COMBATE! ti augura buona fortuna per tutte le tue nuove sfide!

giovedì 22 marzo 2012

Cos'è il jiu jitsu brasiliano?

Quante volte vi è capitato di sentirvi chiedere cosa fate e non riuscire bene a spiegare l'essenza della vostra disciplina al vostro interlocutore?

Tutti noi conosciamo la storia del conte Koma che migrò in brasile e trovo supporto presso la famiglia Gracie, la quale fu ricambiata con lezioni di Judo e Ju Jitsu. Da qui la mirabolante storia della dinastia Gracie cominciata con Carlos Sr. e a discendere attraverso giganti marziali del nostro tempo come Helio, Carlson, Rickson, Royler fino a quello che oggi viene considerato il più grande competitore di tutti i tempi: Roger Gracie.


Ma se un giorno arrivasse una tv locale e vi chiedesse  in poche e semplici parole cos'è il jiu jitsu brasiliano?

Bene noi vi proponiamo alcune definizioni pronte per l'uso per levarvi da ogni imbarazzo:

1) "Il jiu jitsu brasiliano è il miglio risultato con il minimo sforzo"

2) "Il jiu jitsu brasiliano è fare forza nel momento e nel punto giusto"

3) "Il jiu jitsu brasiliano è un ingegneria marziale: tramite una serie di leve e il concetto di gestione del peso del proprio corpo ti permette di avere la meglio su avversari molto più possenti di te, essendo così adatto a qualsiasi persona di qualsiasi età, ma proprio come quando un ingegnere costruisce un ponte non ci possono essere errori di calcolo altrimenti il ponte crolla!"

4) "Il jiu jitsu brasiliano è il piccolo che batte il più grande"

5) "Il jiu jitsu brasiliano è l'arte marziale più evoluta dal punto di vista del combattimento corpo a corpo che affonda le sue radici nella difesa personale"

6) "Il jiu jitsu brasiliano è come una partita a scacchi!"

7) "Il jiu jitsu brasiliano è una variante brasiliana del judo giapponese, basata sul principio della sottomissione che si specializza nel confronto al suolo."

8) "Il jiu jitsu brasiliano è evoluzione!"

9) "Il jiu jitsu brasiliano è un arte marziale fatta su misura per l'uomo, si adatta ad ogni biotipo e il modo di lottare muta al passare del tempo in accordo con le proprie caratteristiche fisiche"

10) "Il jiu jitsu brasiliano  è chiudere questa pagina web ed andare in palestra ad allenarsi!"

E per te cos'è il jiu jitsu brasiliano?