martedì 1 maggio 2012

Dario Bacci e l' Italian Open


Ciao Dario, puoi parlarci dell'Italian Open?

L’Italian Open è il primo Campionato Open di Jiu Jitsu Brasiliano in Italia con l’impronta di un vero torneo nazionale, aperto anche a stranieri in quanto Open, organizzato professionalmente sotto la supervisione della neonata Unione Italiana Jiu Jitsu che riconosca ufficialmente un titolo importante, con dei premi per i campioni della categoria assoluto e che riporti il fulcro della divulgazione e dello sviluppo della disciplina del bjj su Roma, la Capitale geograficamente comoda a tutti, ed in una location prestigiosa come il Palazzetto dello Sport di Viale Tiziano.

Parlando di organizzazione notiamo nella locandina la presenza di vari loghi: budo clan, wulin, UIJJ...alcuni dicono che l'organizzatore sia tu, altri dicono che l'Italian Open sia il successore del Roma Challenge del Maestro Federico Tisi (forse per il fatto che si svolge nello stesso periodo), puoi chiarirci come si intrecciano tutte queste persone e organizzazioni?

L’evento è stato concepito, organizzato e promosso dalla sinergia di quattro persone.
il Maestro Federico Tisi, Presidente dell’UIJJ, pioniere della disciplina in Italia, rappresentante del Team Tribe Jiu Jitsu (uno dei più radicati e diffusi in Italia) e creatore del Roma Challenge;
Io, che rappresento il team Budo Clan e il Mestre Jean Jacques Machado in Europa e sono nell’organico dell’UIJJ come Vice Presidente;
Gianfranco Russo amministratore di Wulin srl (La foresta Marziale) un’organizzazione multidisciplinare che si occupa della promozione e dello sviluppo delle arti marziali quali il kung fu tradizionale ed il sanda organizzando o partecipando nell’organizzazione del prestigioso torneo “Sanda Game” della SPL Sanda Pro League e con seminari multistile quali il wing-chun con sifu Francis Fong, il jeet kune do, kali e silat con la rappresentanza in esclusiva in Italia attraverso la sigla NPIAMA di sifu Nino Pilla della Inosanto Academy, il brazilian jiu jitsu attraverso Budo Clan, la muaythai thaiboxing con la TBAI di Ajarn Surachai Chai Sirisute; e Gianluca Giardi di Studio Vulcano, Art Director ed esperto di immagine e comunicazione di importanti eventi e marchi, che ha concepito e curato tutto l’aspetto grafico visuale e comunicativo dell’evento.

Quali sono cose che secondo te faranno la differenza rispetto alle altre gare già organizzate in Italia?

Innanzitutto in linea di principio voglio dare molta attenzione al singolo atleta e ai dettagli che possono aiutare sia lo svolgimento fluido del torneo che la tranquillità di chi si prepara, viaggia e vuole essere concentrato solo sulla propria prestazione, senza dover incontrare difficoltà per sapere orari, luoghi e problemi nel fugare i dubbi relativi alla competizione.
Altro aspetto è il clima del torneo, cercheremo di renderlo il più possibile elegante, affinché non sia una scarna giornata di decine e decine di lotte accavallate. Per questo anche la scelta della location che ci ha reso il cammino davvero difficile e ritardato, ma che ora potrà offrirci un’atmosfera unica, un impianto audio e video altamente professionale ed un contesto superlativo!
È proprio di oggi la grande novità che Gracie Mag, il media istituzionale sul bjj più autorevole al mondo, ha inserito nei propri highlight in home page il nostro evento come il primo vero e grande Campionato Italiano Open, e lo seguirà anche dopo l’evento pubblicando risultati e commenti!

Dato il risultato ottenuto nel Milano challenge di oltre 500 iscritti secondo te quando si vedrà un campionato suddiviso in più giorni?Vi aspettate un affluenza maggiore?

Che dire, ad oggi 28 aprile siamo a 200 iscritti circa, ma sento un enorme fermento ovunque. Proprio ieri ho postato su facebook la notizia che abbiamo iscritti da Birmingham, Stoccolma, Praga, Podgorica. Oggi si è iscritto un americano.
Come sempre immagino il fenomeno degli “ultimi giorni” ci darà sorprese. Comunque dobbiamo ricordarci che siamo alla prima edizione e che in questo periodo abbiamo molte altre competizioni vicine (Pistoia, Torino, Roma).
Per il prossimo anno di certo il torneo sarà sviluppato su più di un giorno.

Quali sono le più grosse difficoltà nell'organizzare un evento di questa portata?

Ritengo che la difficoltà sia commisurata alla serietà con cui vuoi che l’evento riesca. Siamo alla constante ricerca di come fare meglio, per creare qualcosa di unico, e questo comporta una doppia, tripla, attenzione su ogni cosa. Sicuramente commetteremo degli errori, ma l’importante è gestire e mantenere un atteggiamento di cura per tutto, senza mai cadere nel tranello di trascurare il dettaglio.
Comunque per risponderti, abbiamo avuto parecchie difficoltà per ottenere il Palazzetto, per trovare lo Sponsor che ci desse i tatami ed altri elementi organizzativi di prima importanza, ma alla fine con caparbietà tutto si è compiuto.

Cosa pensi dell'introduzione del jiu jitsu brasiliano nel CONI? Reputi anche tu un errore organizzare un campionato la settimana prima dell'Italian Open?

Sicuramente non è indice sano e di collaborazione il fatto che un evento come il nostro, concepito e curato da chi vive e promuove a tempo pieno il jiu jitsu brasiliano, avendo creato anche un organismo come l’UIJJ sotto espressa richiesta della IBJJF (madre del jiu jitsu brasiliano nel mondo), si veda comparire un altro evento promosso da chi, come hai tu stesso sottolineato nella domanda, ha appena introdotto la disciplina nel proprio gruppo.
Sarebbe davvero controproducente, se non fosse che in realtà il problema di questo accostamento non ci ha praticamente neanche sfiorati.

Secondo te si riuscirà a far convivere e coordinare le due realtà CONI e UIJJ?

Come ti dicevo l’UIJJ è fatta, sarà fatta, di persone e Team che vivono di jiu jitsu e convivono in Italia già da tempo, con intrighi più o meno divertenti, sinergie o dissapori.
Nel tempo, con un approccio professionale e nel rispetto delle linee guida della IBJJF il gruppo crescerà e si svilupperà, sempre più, sempre meglio, parallelamente con lo sviluppo naturale e contaggioso di cui il popolo del bjj è testimone nel mondo. Non c’è ombra di dubbio.
Della realtà del bjj nel Coni sinceramente non ne so un gran che, chi ci sarà, quali siano le loro regole e come queste potranno mai differire dall’autenticità, per cui della convivenza tra UIJJ e CONI non ti so rispondere, se non che non ce ne siamo neanche posti il quesito.

Grazie mille per la disponibilità vi auguriamo di avere un grande successo scrivendo di fatto una pagina di storia nell'organizzazione di competizioni in Italia.

Grazie a voi, l’obiettivo è proprio quello, la buona fede nel tentarci c’è tutta. Ai posteri la sentenza.


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